C’è un "Carletto" per/in tutti noi

Ok lo so quello che voglio dire, solo che è da stamattina che cerco di trovare un attacco decente al post. Non mi viene. Quindi beccatevi questo, che poi è solo un modo furbo per veder riempite le prime due righe e sapere che hai iniziato e quindi che da qualche parte arriverai.
E quindi mi prendo i miei meritati 20 minuti di cazzeggio in ufficio – per la verità sono parecchi di più ultimamente ma passiamo oltre –  e mi metto a navigare a cacio.
Ho la scrivania sommersa di riviste e ho letto quell’articolo gossip/economico e mi vado a vedere chi cavolo è quel tipo lì di cui tutti parlano e di cui io, come sempre, ignoro completamente l’esistenza.
Intervista, bio, le foto della moglie, la cerimonia di apertura e poi quell’icona a destra che non c’entra un cavolo ma c’è una parola chiave che mi colpisce (bravo google che fai sempre il tuo dovere e tracci tutti i miei spostamenti). I LOVE ADWORDS (pessima parentesi da nerd)
Così clicco, e parte il filmato.
Silenzio. Attonita. Rodimento.
E c’è Carletto che per 30 minuti parla in un inglese fluente, con addosso un paio di pantaloni sgualciti e polo molto Yea, e racconta di come in 6 mesi, s’è inventato un business, dall’altra parte del mondo, e come le cose gli vadano una meraviglia…bla bla bla…e la green economy…bla bla bla…
Non la sento più la sua voce, vado a intuizione e ascolto a spizzichi e bocconi.
In realtà sono qui davanti e penso, no dai, non è possibile.
Io me lo ricordo Carletto, ci prendeva sempre un sacco di schiaffi in piazzetta, Carletto.
E poi dai diciamocelo era davvero sfigato Carletto…era: povero Carletto…
Va bene va bene, la morale della favola la sappiamo dall’anno 0 “Gli ultimi saranno i primi” bla bla bla.
Ma dai però Carletto!
E qui parte la lista mentale di quelli che “non gli davo una lira e invece hai visto?”
Che con il passare dei tempi devo dire stanno diventando un pò tantini.
Che mi porta ad una seconda considerazione molto più egoriferita: e quindi io non ho mai capito un cavolo di nessuno.
Terzo passaggio mentale che arriva in un lampo è ovviamente la fase oddio non ho combinato niente di buono io qui misera me nella stessa città da quando sono nata.
Io che volevo viaggiare per il mondo e fare la corrispondente per National Geographic (sì lo so una cosuccia da niente ho rimandato il cv giusto giusto la settimana scorsa, prima o poi mi assumeranno come centralinista per evitare che gli intasi la posta).
Me misera me tapina.
E non fate i vaghi, perché lo so che ognuno di voi ha uno stupido Carletto che lo perseguita, nel bene ma soprattutto nel “male”.
Un Carletto che ci ricorda quell’esatto istante in cui siamo rimasti qui, mentre Carletto partiva per terre lontane, e per un attimo tutti noi vorremmo essere Carletto.
Non dite di no bugiardi!
Ti vedo a te avvocato e bmw ultimo modello che scuoti la testa, non fare il furbo che anche ieri sera hai fatto le 11.30 in ufficio, gobbo come un pirla sulla tua scrivania.
I tre neuroni del mio cervello sono esausti da questo rimunigiare, troppo lavoro…
Parentesi: oddio che acidità di stomaco c’era troppo aglio negli spaghetti alle vongole…
Output finale:  E quando te li mangi tu laggiù degli spaghetti alle vongole così Carletto.
PS
La foto di cui sopra è il passaggio mentale 2bis – “guarda un pò la foto di Barcellona alla ricerca di un taxi alle 6 di mattina” 😉

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