L’Italia è morta, senza neanche un funerale.

Malata, da quando ne ho adulta memoria questa bella penisola, ormai neanche più tanto bella, in pochi mesi è morta definitivamente. Nel silenzio del suo popolo analfabeta e della peggior classe politica esistente tra le democrazie occidentali. Morta definitivamente di inerzia, vecchiaia e Cancro.

I medici (imprenditori), e gli infermieri (lavoratori) hanno fatto il possibile per salvarla, ma a nulla è valso il loro sforzo davanti alla completa incapacità di arginare un tumore con metastasi ormai espanse a tutti gli apparti e organi.

Partiamo dal cervello- governo, che da anni ormai è in totale assenza di sinapsi buone che siano capaci di fare il loro lavoro e popolato altresì da cellule malate, malsane, egoriferite, impreparate a trovare di comune accordo una linea guida per la comunicazione agli altri organi.

Passiamo poi per il sangue infetto che circola gonfio di droghe quali curruzione, burocrazia, miopia; sangue che ha finito di infettare, con la sua boria, con la sua incuria, con la sua mancanza di umiltà, preparazione, dignità anche tutte le parti del corpo d’Italia.

Finiamo quindi con una semplice frase: in Italia non funziona niente. Ma proprio niente.

Lo stato non c’è e quando c’è, meglio averne paura. La cultura è morta, anche quella, dimenticata, perché ormai vecchia. Ignorata, l’italica cultura, da tutti i paesi del mondo.

Le donne in Italia vengono uccise – quasi sempre in famiglia – come fossero carne da macello. Umiliate quando vanno al lavoro dove spesso vengono molestate, e se non vengono molestate vengono pagate comunque meno. Non hanno quasi mai accesso ai piani alti, e se arrivano ai piani alti non hanno potere decisionale, e se riescono per miracolo a prendere decisioni, poi non vengono ascoltate.

I bambini sono poi l’ultima ruota del carro. Non hanno una scuola dignitosa, non hanno insegnati qualificati, per loro non viene speso neanche un terzo di quello che spendono gli altri Paesi occidentali. Così si ritrovano, i bambini, senza una scuola decente, senza uno stato che li tuteli, con le mamme a casa come 100 anni fa e non istruiti.

Guardano una televisione dove le femmine sono cose, così le bambine desiderano diventare culo e tette, e i maschi sposare un culo e delle tette, possibilmente entrambe, ma va bene anche una delle due cose.

E’ morta l’Italia anche oggi: la scuola non partirà in anticipo come era doveroso fare e avrà i fondi sì aggiuntivi ma mai quanto quelli destinati invece a salvare ancora una volta Alitalia. È di questi giorni anche lo scandalo nella magistratura con poche compite parole del presidente Mattarella che povero, ma che deve dire ormai. Salta anche il taglio dei vitalizzi, sempre notizia di oggi.

E’ morta l’Italia per sempre, e noi con lei, babbei ancorati dietro una quotidianità perduta, senza il coraggio di imbracciare non dico un fucile, ma neanche un cartellone. Non c’è neanche da piangerla l’Italia morta, che poi, ma quando mai è stato un paese per bene? Mai, solo che prima, non usava dirlo.

Diceva il bisnonno: non farti, mia cara, soverchie illusioni.

Lo diceva bello, ma il succo quello è. Non ci sarà rinascita, perché l’Italia e noi italiani, siamo feccia. Speriamo i miei figli scappino al più presto.

Breve storia triste dell’Italia

 

Domenica rientravo felicemente in Italia da un week end con Lui, l’umore era ottimo così come la mia predisposizione positiva per il prossimo (evento più unico che raro).

Ed ecco in breve cosa è successo in sole 4 ore:

Arrivo all’areporto in perfetto orario e l’unico volo in ritardo , su una cinquantina segnati e una ventinaina di compagnie aeree era il mio ALITALIA. Come ti sbagli. In fondo quando eropiccola mio padre mi interrogava, come fossero tabelline, sui buffi significati delle compagnie aeree (8/9 anni):

  • Scandinavian airlines – such a bed experience never again
  • Tap – Take a Parachute
  • Quantas -Quick And Nasty Terrible Australian Service
  • China Airlines  – Choose Another

 

ALITALIA – Always Late In Takeoff Always Late In Arrival 

Il ritardo con il passare dei minuti aumenta esponelzialmente, della serie, come sempre ci prendono per il culo dichiarando metà del reale ritardo.

Quando finalmente inizia l’imbarco, le hostess Alitalia imbarcano contemporaneamente i passeggeri business class e economy class che erano (strano) ordinatamente separati in file distinte. Conseguenza la naturale incazzatura di chi ha pagato praticamante il doppio il biglietto per essere trattato un pò meglio.

Una volta a bordo hostess e stuard si sono ben guardati dal facilitare le operazioni di imbarco, che ne so aiutando passeggeri anziani o famiglie con bambini e nella migliore della tradizioni si sono limitati a guardarsi le unghie intralciando il corridoio centrale ciancicando un incomprensibile “buonasera” rigorosamente in italiano.

Iniziano i soliti annunci di sicurezza e nessuno osa per nessun motivo scusarsi per il ritardo, passano parecchi altri minuti e altri intoppi ritardano il volo, ancora nessuna scusa. Ci penserà il capitano, velocemente, 30 secondi prima del decollo a pronunciare la fatidica parola con un classico “ci scusiamo per il ritardo dovuto all’arrivo non in orario del areomobile dal precedente volo” (prendersi la colpa mai).

Nel frattempo frotte di famiglie con bambini urlanti se ne sbattono altamente dei decibel prodotti dalla loro prole, non un shhhh esce dalla loro bocca… non uno scusate ai passeggeri infastiditi per i calci sul sedile. Bambini autorizzati a fare quel che vogliono che saranno i futuri adutli piloti e hostess e stuart che se ne sbattono di chiedere scusa per il ritardo del volo che pilotano.

Atterriamo a Roma e ho un barlume di speranza, ci danno un finger, sono seduta abbastanza avanti da uscire velocemente, ma vengo travolta fisicamente ed emotivamente da una coppia di fidanzati che da metà aereo calpestano tutti i passeggeri prima di solo per infilarsi per primi davanti alla posrta ancora chiusa dell’aereo e scendere per primi.

Siamo fuori in fila per i taxi una povera malcapitata cerca un taxi che possa pagare con carta di credito, ci metterà almeno 15 minuti.

Salgo sulla solita maledetta Multipla FIAT ennesimo esempio della Italia triste… Non chiedo pagamento con la carta perché potrei aspettare anche io altri 20 minuti per trovare qualcuno che lo voglia fare (non è che non ce l’hanno, è che non lo vogliono usare).

Il tassista parte, dopo 300 metri mi accorgo che non ha accesso il tassametro, in romano e con fare scocciato gli chiedo se per caso hanno attivato una nuova tariffa fissa per casa mia (no non esiste e lo so e la domanda era retorica in modo che accendesse il tassamentro). Mi risposnde scocciato che no, ma “quanto voi che paga le di solito…48 euro 50?” e si limita a proseguire la corsa… e io a segnare la sigla del taxi per segnalare la corsa in nero.

Ed è in quel preciso momento che ho pensato e da tempo penso che no, l’Italia è un paese che non ce la può fare e non ce la farà mai.

E quel breve periodo di Italia felice e dolce vita e benessere e felicità che ci raccontano nei libri di storia o le generazioni precedenti, quel periodo lì, è stata solo una gran botta di culo (senza alcun merito per chi l’ha vissuto).

Una botta di culo che non tornerà mai più.

 

Tema : la maleducazione , origini, cause e conseguenze

Maleducazione: modo di comportarsi, azioni, atti, non adeguati alle regole del buon comportamento, del rispetto degli altri e della civile convivenza nella società.

Etimologia/Derivazione – composto dai termini male ed educazione

Sinonimi – scortesia, sgarbataggine, insolenza, villania, arroganza, sfrontatezza, impertinenza, volgarità, cafonaggine, inciviltà, inurbanità.

Contrari – nessun contrario riscontrato nella penisola italica.

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L’origine di una così eclatante perdita di educazione è di certo da riscontrarsi non tanto nel sistema paese quanto nella totale perdita di autorità della figura dell’insegnate all’interno della società Italia.

Vietando l’uso della disciplina, dell’ordine e della coercizione, e sperando nel buon senso dell’essere umano, (buonsenso che non esiste se non nella forma più basica ovvero il fortuito incontro tra una buona azione e il proprio singolo tornaconto personale) la società italiana ha di fatto incentivato senza mezze misure il dilagare del lassismo della scappatoia del “fuori dagli schemi” come risorsa e non come menzogna.

Così generazione dopo generazione l’uomo è tornato allo stato primordiale e basico di orribile mammifero dotato di grandi intelletti e aguzzo ingegno volto solo ed unicamente al compimento del male altrui in favore del proprio. Un basico Mors Tua Vita Mea.

La maleducazione, cattiva educazione, assenza totale di un essere più altamente elevato di te che ti indichi la strada non produce solo quotidianamente notizie cliccabili, non è solo Mafia capitale, Tangenti in Rai, Sistema Paese corrotto.

La maleducazione produce gente che butta la sigaretta per terra con il gomito appoggiato a un posacenere; gente che compra un cane e si rifiuta, anche se sollecitata, di raccattare quello che per legge dovrebbe raccattare e poi impreca perché pesta merda sul marciapiede.

La maleducazione produce tizi geniali “fuori dagli schemi” che si permettono di trattare il prossimo come un emerito coglione, con parole di scherno, nascondendosi dietro al dito dei “diversi”degli artisti e di non levarsi il cappello a una riunione di lavoro perché “ipsterdelcaaa”.

La maleducazione produce amministratori delegati e responsabili marketing di società leader che fatturano milioni di euro all’anno i quali, in virtù della loro posizione (non conquistata da loro ma da educate persone che li hanno preceduti e che hanno lavorato 24 ore al giorno), pensano di avere diritto di non rispondere alle mail di lavoro, per il gusto di confermare o non confermare appuntamenti importanti anche all’ultimo minuto. Con la presunzione che si facciano 500 km così, perché loro sono gli AD.

La maleducazione signori e signore è l’unico vero insindacabile collante della  #GTC  (generazione teste di cazzo) ai vertici  politi e non della penisola.

AMEN

Sindrome da protagonismo – ex post

Ci sono momenti della vita in cui inevitabilmente si è diciamo più “suscettibili”.
Ma ci sono cose, che, lasciatemelo dire, ci sono cose che invece sono inequivocabilmente e senza ombra di dubbio insopportabili.
Nelle ultime settimane, complice forse un tempo che non aiuta l’umore, ne ho collezionate una serie non male.
Non so se fare una semplice lista, che già di per se basterebbe a innervosirmi, o se raccontare antefatto, fatto e prologo.
Andrò a braccio, vediamo che succede.

Studente appena laureato che pensa di sapere tutto, che ha “solo 6/7 anni meno di me” ma che è sicuro che lui, lui spaccherà il mondo.
Che i sacrifici che ha fatto e che farà lui, sono assolutamente superiori a quelli che puoi aver fatto tu.
Studente che ti dice che ti sbagli, che nel mondo del lavoro …bla bla bla…e tu scema, che gli vai dietro, invece di alzarti e andartene e dire semplicemente, ci vediamo tra qualche anno.
E invece lo studente intigna, vuole avere ragione, studente che (poi i calcoli te li fai dopo) con una laurea di 4 anni, contro la tua di 5 s’è comunque laureato 3 anni dopo di te.
Studente che ti segue e pretende, di avere ragione, e allora alla fine gliela dai, gli dici di sì,  e quello che pensi dentro di te è: “tanto tu da domani se ti va bene spalerai merda e porterai caffè agli stronzi”. Tienitela la tua ragione, io ho già dato.

Collega non maleducato, di più, incapace della più basilare e semplice interlocuzione politica e sociale per il buon mantenimento dei rapporti tra colleghi.
Collega stupido, di una stupidità che cerca di celare dietro a una goffa furbizia, della serie – fallo tu che sei più brava- Collega a cui decidi una mattina di insegnare cos’è l’educazione partendo da una telefonata:
“quando avrai imparato che le telefonate sul cellulare personale si iniziano con un , scusa se ti disturbo, buongiorno, puoi parlare, allora richiama” CLIC
e poi pensi, ma io ne ho già uno a casa da educare, perché mi accollo anche questo?

Figlio di amici dei tuoi a cui sei costretto a non sputare in un occhio nonostante se lo meriterebbe,  se non fosse per la necessaria buona educazione che i tuoi genitori ti hanno inculcato, e la scortesia che faresti a loro.
Figlio di amici dei tuoi che sarebbe da:
cancellare immediatamente dai tuoi contatti
non prima di avergli però insegnato con un minimo di dialettica base cose sia in ordine di importante il congiuntivo, il rispetto per chi nella vita lavora per mantenersi e non cazzeggia tra un caffé e l’altro, un minimo di senso estetico per l’abbigliamento che nel suo caso è fermo agli anni ’80, un libro di storia contemporanea per sperare che assimili due nomi due, la differenza tra “MAX MARA E CARL MARX” cit. (non mi ricordo di chi…)

A chiudere invece un racconto meraviglioso di lavoro e vita.
Madrid, quartiere residenziale.
I suoi abitanti sono stufi di fare lo slalom tra le cacche dei cani dei molti, troppi, proprietari che non raccolgono.
Fanno una colletta e si rivolgono ad una famosa agenzia creativa per chiedere aiuto.
L’agenzia assolda così parecchi giovani e non di ottimo aspetto e li manda a passeggio per il quartiere nelle ore strategiche della passeggiata canina (mattina, sera).
Le comparse, stringono amicizia con i proprietari dei cani mostrandosi “innamorati dei vari fido” con carezze e complimenti. Danno informazioni su di loro appena trasferiti al civico n°…37 e via dicendo con conversazione tra vicini.
I padroni vanno via, la merda resta sui marciapiedi.
E’ sera, o la mattina seguente, un pacco bellissimo e ben incartato viene recapitato ai proprietari dei cani nel quartiere.
Un biglietto recita: “grazie per la meravigliosa conversazione di ieri…poi Lei è andato via e si dimenticato di prendere questa…” apertura del pacco…contenente la merda del cane, NON UNA A CASO proprio quella del cane…
Una settimana di azioni così = -70% di merda per strada 😉

GENI

Una domanda semplice semplice – una risposta più che banale

DOMANDA
Se io per puro caso, scrivessi a un famoso, famosissimo (nel senso di pluri premiato e riconosciuto universalmente bravo bravissimo) art director per chiedergli una cosa.
Se io per pura ipotesi gli scrivessi insomma una mail, semplice, normale insomma, come se stessi scrivendo a una persona che non conosco, per lavoro insomma; quante strade si aprirebbero?

RISPOSTA
Strada A: se la persona famosa famosissima fosse italiana, vivesse in Italia, e lavorarasse in Italia, con molta probabilità riceverei risposta dopo 3/4 giorni (sempre che una risposta arrivi) da parte della sua segretaria, o assistente.

Stada B: se la persona famosa famosissima fosse straniera, riconosciuta a livello internazionale, e lavorasse in tutto il mondo, con assoluta certezza la risposta arriverebbe dopo un paio di ore massimo, direttamente da lui, che pur non essendo in ufficio ma fuori dal suo paese fissa già un appuntamento telefonico per la settimana successiva.

LA MORALE 
Famoso famosissimo italiano, strozzati, affossati, e crepa nel tuo ego provinciale.
Famoso famosissimo straniero multi premiato, grazie perché con una mail mi hai dimostrato che fuori da qui tutto si può.

Paura e orrore a Bordeaux aka tranne noi ce la fanno tutti

Che uno dice, vado a farmi un tranquillo ponte in Francia, ho trovato un biglietto aereo a due lire, me ne vado in giro per cantine a bere…che male c’è.
E alla fine parti, e arrivi in un posto e tu inerme assisti agli eventi, sconvolta.

Tipo usciti dall’aereoporto, non c’è nessun panico, sono tutti ordinati in fila, e nessuno ti offre un taxi abusivo. Non solo, per terra non c’è neanche un mozzicone di sigaretta. Allora che fai ti guardi intorno e pensi, ci deve essere un poliziotto che non ho visto…e invece no, nessuno.
Vai al rent a car e …sorridono, a te.
Ti volti e pensi, e dai c’è Pamela Anderson dietro di me.
E invece no.
Trovi la macchina, subito, e la macchina non è al “parcheggio hertz” generico come da noi – che per inciso quante volte siete stati lì a pigiare sull’apertura delle porte sperando di vedere una macchina illuminarsi tra le miliardi parcheggiate? – dicevo, non al generico parcheggio…è al parcheggio hertz al numero 30, proprio lì dove doveva essere.

Inizio a innervosirmi…io volevo solo venire in vacanza, in santa pace…e invece, mi tocca stare all’erta per questa incredibile situazione di “civiltà” . Deve esserci la sòla…
Roba da pazzi!

Così inizia la mia avventura di 4 giorni.
Vado a Plya, e non solo la zona è servita da parcheggi a pagamento, ma la prima mezz’ora è gratis…
E ovviamente nessuno spinge, nessuno butta a terra le sigarette.

Arrivo in città…una città praticamente chiusa al traffico (simil Firenze) e incredibile… parcheggi ovunque, sistemi di controllo per ingresso e uscita agli autorizzati della zona rossa. Ma no che ce sta la telecamera che te fa la multa così il comune fa cassa…no…ci sono piloni sali scendi e un citofoni che a seconda della zona hanno:

pulsanti diretti per alberghi
pulsanti per enti
scan per chi ha il pass
tastiera per chi ha il codice

L’umore peggiora alla vista di questa cosa qui sotto.

Tutta la città è servita da 3 linee che si incrociano. Di fatto ha sostituito la metro.
Il tram non solo è spettacolare, ad ogni fermata c’è una biglietteria automatica, pensilina per la pioggia, sedute varie.
Ma la cosa peggiore è che non c’è cordolo e soprattutto passa a 2 metri – letteralmente – dai principali monumenti storici. Nessuno intralcia mai il suo percorso.

E continua il mio calvario, non c’è nessuno che deturpa, nessuno che scrive sopra il suo nome.
Tutti pagano il biglietto, anche se nessuno controlla.
E son lì che mi sogno un tram così bello che passa davanti al colosseo, attraversa piazza di spagna… poi torno in me.

E mi maledico, per aver scelto di uscire dal mio paese, e aver visto per la milionesima volta che:”Si può fare”. La civiltà esiste.

Note tecniche per i polemici:
Bordeaux ha esattamente la stessa forma di Roma. Il grosso del centro storico si sviluppa esattamente come nella capitale Italiana, ha il fiume, e le stradine piccole e dei simil sampietrini.
Ha lo stesso sistema di raccolta dell’immondizia (camion che intasano il traffico e tutti smadonnano).
Ma a bordeaux i palazzi sono stati tutti ripuliti, per terra non c’è na cicca,  servizi pubblici funzionano e la gente incazzata perché non pò arriva sotto casa con la macchina…la sera sta beatamente affacciata alla finestra del suo palazzo bianco (no smog no nero) e sorride.

E passiamo ai tips:

Al di fuori delle visite da guida …
Da non perdere assolutamente:
Gli hangar riconvertiti in shopping center lungo il fiume per info cliccate qui

Una cena da MoshiMoshi

E un’altra cena da Solena. Assolutamente perfetta

Lettera aperta al Cliente

Caro Cliente,
sono da qualche giorno rientrata in ufficio e noto con rammarico che nulla durante la mia assenza è cambiato. Lo so, sarebbe stato utopico, ma di stelle cadenti la notte di San Lorenzo ne ho viste tante e questo era uno dei miei desideri.
Caro Cliente ti scrivo per dirti che ormai non ti capisco proprio più.
Quando ci siamo conosciuti erano altri tempi, il mondo girava in modo diverso, e sì, c’era molto più fiducia nel futuro.
E’ vero quelli erano altri tempi, ma era 8/9 anni fa, non 20.
Lo so un sacco ti persone ti hanno preso in giro, ti hanno chiesto molti più soldi del necessario per fare il tuo spot, il tuo annuncio, il tuo piano media.
E’ vero avevi tanti soldi e quindi non dovevi stare così attento.
E’ solo che vorrei tanto dirti che stai sbagliando molto di più ora di quando spendevi troppo.
Non perché spendi poco, ma perché spendi male, malissimo.

Lo sappiamo tutti e due come vanno le cose.
Lo so che sei costretto a sottostare a direttive europee, lo so.
Ma ti giuro, in buona fede, ti stai scavando la fossa da solo.
Stai pagando la tua famosissima agenzia creativa il meno possibile, e siccome la paghi poco, lei mente, spudoratamente, sulle risorse che ti ha messo a disposizione.
Non c’è nessuna coppia creativa senior dedicata, non c’è nessun account dedicato, ne una squadra di persone che pensa per te.
Ci sono ragazzi in stage, sottopagati, che per stare dietro ai mille clienti che hanno, scopiazzano a destra e sinistra.
E peggio ancora, per stare nei tempi sempre più stretti che imponi, ti rifilino presentazioni e proposte fatte da altri, potrei quasi dire che ci cambiano solo il logo.
Caro cliente, il tuo centro media non è da meno. In un mondo che evolve, che cambia, la tua pianificazione è sempre la stessa.
E tu puoi tagliare dove vuoi, puoi cambiare il formato che vuoi, ma lì dall’altra parte del telefono, c’è una persone stanca e annoiata che ripete sistematicamente lo stesso lavoro.
Lo so, sono accordi internazionali, e quelli devi rispettare.
Ma sei proprio sicuro che non ci sia alternativa?
Perché davvero, te lo posso garantire, sparsi e ormai mimetizzati dalla mediocrità ci sono persone incredibili. Che hanno fatto la storia del nostro mestiere. Persone che ormai si nascondono per paura di essere scoperti.
Nessuno vuole far sapere di essere capace, di avere delle idee brillanti, di saper fare ancora questo lavoro. Nascosti e mimetizzati sotto le vesti di sforna layout, sforna testi, neanche fossero pizzerie al taglio, ci sono uomini e donne, che un tempo facevano con il sorriso tardi in ufficio.
E ci sono giovani e giovanissimi brillanti, che avrebbero bisogno solo che qualcuno gli insegni, che li aiuti a sviluppare quelle incredibili idee hanno, per essere in nuovi talenti del domani.

Nascosti, dicevo, ci sono uomini e donne che sapevano fare questo lavoro.
A volte la riuscita era brillante, a volte solo buona, ma in ogni caso c’era la passione, la felicità, la consapevolezza di avere un lavoro “privilegiato”.

Caro cliente, queste persone ci sono ancora, si nascondono, ma ci sono ancora.
Sono persone che adesso quando si incontrano parlano di famiglia, di vacanze, per non parlare della mediocrità che li circonda.

Eppure caro cliente, siamo Italiani porca miseria.
Siamo un popolo che di creatività, di inventiva, ne ha più di chiunque altro.
Siamo un popolo che anche solo per la sopravvivenza quotidiana fa meravigliosi e mirabolanti miracoli creativi.

E allora, davvero pensi di non volerci dare più la possibilità di stupirti?
Di divertirti?
Di lavorare sodo e con passione?
Davvero pensi che un nome, per quanto altisonante valga tutto questo piattume?

Caro cliente, ci sono fotografi, copy, art, planner, web designer, programmatori, ci sono pensatori, ci sono – scusa il termine – dei cazzeggiatori bravissimi, che si incontrano lontano dai luoghi grigi in cui sono stati costretti a rintanarsi e rifugiarsi per andare avanti, e tutte queste persone al bar, fanno scintille.

Tu non li vedi, perché li hai sparpagliati in giro, perché li hai separati.
Perché senza volerlo, gli hai tarpato le ali.

Hai tolto soldi, a loro, e a te stesso. Non solo, gli hai fornito interlocutori mediocri, poco preparati, spesso saccenti, intenti a coltivare il proprio orticello e mantenere il loro piccolo piccolo potere.
E loro se ne sono andati, si sono separati e sparpagliati per nascondersi nel mucchio, per non venire umiliati ancora.

Caro cliente, se esisti ancora, se credi ancora che una cosa fatta bene sia migliore di 3 fatte mediocremente, ti dò il numero di tutte queste persone. Mettile insieme, ancora una volta.
Pagale il giusto, per una volta.
Avrai tutto da loro: professionalità, educazione. Vedrai incredibilmente persone che non sbagliano congiuntivi, che non si perdono in questioni futili. Avrai il meglio. E sono certa che tutto questo ti tornerà indietro.

Caro Cliente, lo so che è un periodo orribile, ma se ti circondi di persone inutili, lo sarà ancora di più.
Caro Cliente, se esisti ancora, mettile alla prova queste persone, una volta sola, e sono sicura che vedrai ciò che io con commozione ogni tanto vedo in quel famoso bar dove si incontrano. Intelligenza, spirito di innovazione, e volte perché no, genialità.

Con affetto
V.