Femminismo 3.0 capitolo secondo – #nonsolavoraregratis

#iononlavorogratisTra la lista dei gattini e il nuovo test “a che star somigli”, è notizia di ieri che a partire da questa settimana le donne che lavorano, lavorano gratis.

In pratica, a parità di ruolo e lavoro come ormai è noto gli uomini guadagnano 16,3% in più per ora lavorata rispetto alle donne. Questo fa sì che noi sceme lavoriamo gratuitamente 59 giorni all’anno.

E più mi sforzo di capire il senso di tutto questo, più mi rendo conto che sì il maschio schiavista che ti fa il colloquio chiedendoti come prima cosa se hai figli (e se non gli rispondi ti caccia) è uno stronzo; ma mai stronzo quanto noi donne, che siamo responsabili tanto quanto il lupo cattivo di tutto ciò.

Mai stronzo quanto chi dice sempre e comunque di sì, compreso lavoro extra e scarica barili che arrivano quasi sempre da colleghi maschi che “hanno il calcetto” il giovedì.

Mai stronzo quanto noi che magari saltiamo come pazze da una parte all’altra pur di non perderci nessun pezzo e poi inesorabilmente rimaniamo fuori dalla riunione dei grandi capi.

Mai stronzo quanto noi che sappiamo gestire la vita di bambini mariti parenti e colleghi, ma non siamo capaci di dare un senso a tutta questa fatica, troppo prese a dimagrire o a truccarci tra uno schiaffone lavorativo e l’altro.

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Digressioni infra lavoro: #bufaleweb

Apro FB in questo preciso istante e i primi due post che vedo sono questi due qui sotto:

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Adesso, secondo voi, dopo una due giorni malata a casa, ma comunque attaccata al computer…perchè ovviamente è negli unici due giorni che sei malata che in ufficio si scatena l’inferno…

Dicevo secondo voi come mi dovrei sentire? Insomma va bene tutto, va bene i sederi cellulitici delle star per farmi sentire Madonna anche se non ho neanche un unghia come le sue; va bene i buchi sui capelli delle povere malcapitate modelle che devono cambiare look ogni tre per due, ma adesso levarmi anche il gusto del sano e sacrosanto senso di colpa verso il cibo /liquido che ingrassa no.

Insomma! secondo voi se questa bufala qui su fosse vera, che cosa succederebbe?

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E le gioie della cura ricostituente

Le mie difese immunitarie da qualche settimana questa parte se ne sono allegramente andate in vacanza.

Hanno approfittato dell’offerta last minut per le Maldive, credo. L’alternativa era un viaggio itinerante in Nuova Caledonia, ma non credo gli abbiano rilasciato i visti.

Detto questo, dopo giornate passate a far finta di star bene ,nonostante continui giramenti di testa e dolori pressoché diffusi ovunque, ho preso atto che forse era il caso di vedere un medico che mi desse qualcosina per tirarmi su… qualcosa di legale. Così mesta mesta sono andata dal signore in camice bianco, categoria lavorativa in assoluto più odiata da me per le ragioni che ho più volte esposto.

Per chi non ricordasse ecco il BREVE DECALOGO DELL’INSULTO AL MEDICO.

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L’insostenibile fastidio delle donne carine

Avete presente quelle che non ce l’hanno mai con nessuno?
Le acque chete, quelle sempre sorridenti, sempre pulite, sempre profumate di lavanda?
Esiste una categoria di donna che è comunemente e indiscutibilmente odiata da tutte.
Le donne carine o buone che dir si voglia, o almeno, questo è quello che sembra a tutti senza mai e poi mai un episodio che sveli il contrario.
Le donne buone di solito hanno quell’aria ingenua e quei vestiti carini (non fichi, non sciatti, non sexy, semplicemente, carini) hanno i capelli corti, o lunghezza spalla, e all’occorrenza arrangiano una finta messa in piega, che è carina, non è eccessiva, non stravolge il look di sempre, è solo un pò più pulita e un pò più ordinata.
Le donne buone hanno amiche buone, e messe in contesti un pò più allargati sono sempre, molto, cordiali, carine.

Non fanno mai gossip, a loro la vita va sempre benissimo, le vacanze non vanno mai storte, e ho la netta sensazione che non abbiano mai che ne so, il cagotto.
Le donne carine sanno ovviamente cucinare, sono sempre disponibili e gentili.
Non sono particolarmente simpatiche, ma neanche antipatiche, sono carine.
Le donne carine hanno figli carini, buoni, che non piangono la notte, e non danno nessun problema.
Le donne buone sono amate da tutte le altre donne buone, e si amano tra di loro, si vedono tra di loro, vanno in vacanza tra di loro e sempre con un sorriso carino ti salutano carinamente.
Le lor vite scorrono serene, senza piedi che puzzano, senza cani che vomitano, senza divani macchiati di cioccolata.
Hanno case neutre, dai colori pastello e tutto è carino e ordinato.
I figli delle donne carine non si sporcano mangiando il gelato, sono di solito vestiti uguali e hanno un taglio di capelli ineccepibile.
Le donne carine a giugno vanno al mare e aspettano i mariti (perché sono tutte rigorosamente sposate in chiesa) che arrivino felici il we.
Alle donne carine non puoi fare nessun appunto, di nessun genere.
Ed è per questo che le donne normali se ne vedono una per strada che gli viene in contro, senza colpo ferire, cambiano marciapiede.
Giusto per non avere troppo a portata di mano la vittima perfetta di un sonoro scappellotto, così, per vedere se si scompone.

One week

Quante cose si imparano in una settimana?
Potrei tranquillamente dire che questi sette giorni sono passati come l’acqua sotto i ponti (di Roma nello specifico), senza nessun accenno a qual si voglia mutamento.
Invece se mi fermo un attimo mi rendo conto che, non è vero.
E’ successa una cosa assolutamente degna di nota (sempre in termini relativistici).
La mia lista, la mia lista del lunedì, la mia sempre eterna e sempre lunga lista del lunedì… è stata spuntata tutta.
Per chi non riuscisse a comprende l’importanza e la “drammaticità” di questo evento.
Vi prego leggete qui.
Insomma, è venerdì, e io sono seduta alla mia scrivania, senza poter trascrivere la lista delle cose NON fatte sulla pagina del lunedì. Pazzesco. E drammatico. Devo essermi completamente rincoglionita.
Sono diventata una desperate housewive in tutto e per tutto.


La teoria della casalinga disperata è indissolubilmente confermata da fatti ancora più gravi:

  • Sono andata in palestra con regolarità
  • Ho fatto la ceretta.
  • Ho finito tutto il lavoro della settimana anche in ufficio. Cazzo.

In poche parole, sono completamente alla frutta.
Se non fosse per il fatto che anche oggi indosso mutande della nonna prese alla cieca, calzino da uomo (il SUO) che mi fa da parigina e che ha lo “spazio” del tallone a metà caviglia e occhiaia di ordinanza, mi sarei già buttata dalla finestra consapevole di aver raggiunto il massimo della tristezza nella sua essenza più “romana”:
bionda, mamma, con figlio, lavoratrice, prefettamente vestita e truccata, super informata, super perfettamente rompicoglioni.

Invece grazie a dio la mutanda de pora nonna mi salva da questo destino misero e nefasto.
Ma per quanto ancora? Boh.

Nel frattempo mi sono accorta anche che:

  • Mi piace un sacco andare al Sorpasso ma più per l’aperitivo/magmanoselanacosetta cit, che per cena.
  • Il libro “A volte ritorno” di John Niven è la mia nuova lettura a caso preferita*.
  • C’è una nuova app per servizio di autista (autistalpostodeltaxi) che non solo è fica perché ti localizza e ti dice qual’è l’autista più vicino, ma costa poco poco più di un normale taxi e si chiama Uber per info cliccate qui.
E poi a chiudere… un fenomeno che ogni anno si ripete immancabile con l’arrivo della bella stagione.
Le giornate si allungano, i golf più spessi e pesanti vengono accatastati nell’angolo più remoto dell’armadio di tutti noi, insieme a cappelli e sciarpe di lana, e inesorabilmente senza speranza che tutto ciò cambi…arrivano anche le partecipazioni di nozze.
Ma perché? Perché la gente ci tiene così tanto a sposarsi proprio quando tu vorresti andare al mare?
Ma il matrimonio a ottobre vi fa schifo? o a Marzo, insomma in un mese morto.
A ottobre non succede mai niente, ci starebbe bene una bella festa no? Anche un we fuori se vi sposate a Canicattì…saremmo tutti contenti, di riempire uno di questi periodi…e non mi venite a dire che il matrimonio d’estate è più bello…
No d’estate si suda, fa caldo, è faticoso.
In primavera invece siamo bianchi pallidi ma costretti a scoprirci, magari anche flaccidi,
E a settembre, a settembre è inutile che ci provate, anche se fate finta che è ancora estate…al 90% piove…e passerete la giornata con l’ansia che inizi a piovere.
No eh…va beh, c’ho provato.

* Dicesi “lettura a caso” quella pratica che prevede la lettura casuale di spezzoni di un libro già letto (preferibilmente 2 volte). La pratica è più popolare per libri di non ampissima foliazione e che abbiano una trama semplice ma molte chiavi di lettura.

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Mamma che più mamma non si può: famiglie XXL

Sulla copertina di Grazia di questa mattina appare il seguente titolo:
Famiglie XXL con 5,6,7 figli.
Come vivere (felicemente) nel caos.

Premessa: I settimanali femminili, tutti, senza distinzione di genere hanno sempre dei titoli improbabili.
Non ce n’è uno che abbia nell’incipit della pagina delle parole che riassumano correttamente il contenuto dell’articolo.
Detto questo, mi son detta, va beh…vediamo.
Sarà il solito articolo sulle “nuove” famiglie agglomerate.
In 7 si sta bene cantano i Cesaroni.
Più figli diversi genitori, più matrimoni, tutti sotto lo stesso tetto.

Sfoglio il giornale e in mezzo alla Ranieri e alle sue scarpe, dopo Scarlett Johansson per Dolce&Gabbana, dopo Kate Winslet per Longines  tra nastri e nastrini eccole, le madri coraggio.
E subito capisco di aver completamente frainteso il titolo.
Famiglie XXL…stessa madre, stesso padre…porca vacca.
In alto a destra un titoletto della rivista recita:
Ma chi ve lo fa fare? E io mi chiedo, ma che veramente veramente veramente?
State fuori?

Inizio a leggere, e capisco immediatamente l’antifona.
D: Con tutti questi figli, chi l’aiuta?
R: Io non lavoro, ho smesso dopo il quarto figlio.

Bella mia non dir cagate…nella foto hai una collana di perle e la casa ha un parquet praticamente intonso..nuova de pacca. C’hai 5 figli vestiti di tutto punto. Tu qualcuno che ti aiuta ce l’hai eccome.

D: E come siete organizzati?
R: Abbiamo un planning settimanale e si ruota su turni precisi
Ahhh sì? E  di grazia come gliel’hai spiegato il planning e i turni al nano di 2 anni che hai accanto, o a quello di tre se preferisci…

Prosegue l’intervista, toni pacati e felici nella famiglia del mulino bianco N1
…A volte basta un’asciugatrice a cambiarti la vita!…
L’asciugatrice????
Sei fuori????
Tu hai 5 bestie in casa + maschio adulto che vale per 3 e sorridi dicendo che è tutto ok?

E penso mia cara mamma che sono le donne come te che dovrebbero essere bandite dalle interviste, dalla possibilità di raccontare una vita familiare idilliaca che, non esite.
Le mamme mentono, mentono in maniera esponenziale in base al numero dei figli che hanno.
Mentono disperatamente per non dichiarare al mondo che i figli…ti mancano tanto quando sei fuori, ma dopo 10 minuti che li rivedi, vorresti di nuovo scappare.
E’ per colpa tua che un sacco di povere donne si sentono sfigate e sole. Per colpa di quelle come te che dici che è tutto ok.
Che è  tuttapposto…ma va va…

La bile mi sale a mille, ma io imperterrita e masochista passo alla famiglia N°2

7 figli….7.
Solite domande, solite risposte…tutto facilissimo e bellissimo, basta organizzarsi un pò..
sì come no…
Ma poi la becco, anche lei, mamma che mente sotto mentite spoglie.

D: Quali sono le regole di casa vostra?
R: Non sono d’accordo con chi dice che l’ozio è prezioso, da noi non si ozia, si fanno i compiti, molto sport e poca tv. Non ho mai lasciato molto tempo libero ai miei figli…”

Ma quale ozio e ozio, tu menti mia cara mamma di 7 figli, e dilla la verità no?
Che li spedisci (giustamente) a sfogarsi fuori di casa e lontano dalle tue orecchie, per una questione di sopravvivenza.
Che quando sono a casa li sbatti a fare i compiti perché così stanno fermi e seduti e che la poca tv, con 7 figli è una questione di vita o di morte.
Se no ogni giorno saresti al pronto soccorso per le botte che si darebbero intenti a litigare sul programma da vedere.
O in alternativa se per caso avete 7 tv, dovresti girare con i tappi nelle orecchie….

Le mamme si distinguono in 2 categorie:
Nevrotiche e Fintamente non nevrotiche, in mezzo ci sta solo una frase.
Va tutto bene.