Vi siete mai chiesti perché quando le grandi famiglie si riuniscono si mangia senza sosta?
I pranzi familiari li hanno inventati perché è l’unico modo per tenere insieme le grandi, grandissime famiglie. A bocca piena tutto si svolge secondo strane energie cosmiche ed è la telepatia che regola le tensioni.
Con la bocca piena è difficile litigare, piangere, spiegare, discutere.
È un sorriso verso la macchina fotografica mentre mangiate l’ennesima salvia fritta che suggella il fatto che sì, in fondo, è tutto ok. Anche se di ok non c’è proprio niente in quel momento. E vorresti dire che dall’altra parte della barricata ci sei già stata. Sei stata già quella in mezzo alla guerra di bombe che espolodono accanto a te e dopo le prime 4 , non le senti neanche più. Che lo sai com’è sentire che è andato tutto a puttane. Ma in famiglia, le cose, non si dicono. Si sentono.
Si sente la sofferenza, e si fa finta che non ci sia. Si scacciano via i pensieri – non i tuoi – ma quelli di chi mangia la salvia fritta accanto a te. Per una sorta di osmosi e con la sola forza del primo, secondo, dolce , caffè e ammazzacaffè, si soffoca la sofferenza.
A questo servono quelle montagne di cibo alle riunioni familiare. A con-dividerlo. Io dalla parte sbagliata ci sono finita abbastanza presto. E ero arrabbiata che nessuno mi abbracciasse e mi dicesse – è tutto ok – ora passa. Ero arrabbiata di essere sola in mezzo alle bombe e anzi, spesso le bombe erano fuoco amico.
Poi la guerra cessa e tu sopravvivi, ti spolveri i pantaloni, aggiusti la camicia e sai cosa vuoi dalla tua di vita. Alle abbuffate di famiglia ci arrivi preparata. Sai che niente si dice, e che la quantità di cibo ingerita è direttamente proporzionale al problema.
Così, davanti a un piatto di salvia fritta, chi ti porge il bicchiere di vino e dice che è buona anche la melanzana ti sta dicendo che ti vuole bene. Se nel frattempo prendi un tovagliolo e lo porgi a chi ti sta vicino, per evitare il dramma macchia da olio di frittura, allora quel qualcuno saprà che ci sei, che è tutto ok. Che tutto passa.
Le grandi, grandissime famiglie viste dall’alto, sono semplicemente formate da micronuclei che hanno un componente di contatto. Tipo puzzle. Il tassello di incastro altro non è che un estroverso che si insunua nel micronucleo vicino, e fa da collante. Gli angoli e i lati, pur facendo parte dello stesso puzzle, non si parlano, non si incontrano e non hanno nulla a che spartire. Ma inevitabilmente concorrono tutti a comporre il mosaico, e cosa più importante di tutte e tenerlo in piedi. Si trovano di solito su posizioni diametralemente opposte su tutto ma restano lì a fare da cornice. Sono quei pezzi, tuttavia, che la salvia fritta non la assaggiano neanche per sbaglio.