Amarcord tattile

Ho una corrispondenza con qualcuno.
Una frase che in effetti non ho mai pronunciato.
Ma il caso ha voluto che, dopo ben 3 tentativi di utilizzo della classica e-mail, io ricevessi una lettera.
Anzi meglio, un cartoncino con foto esterna e lettera dentro.
Profumi di un mondo passato.
Così, io, nostalgica per vocazione ci ho messo un pò, ma alla fine (un mese dopo), ho scritto la mia lettera di risposta.
Ci tengo a precisare che la lettera è scritta usando toni formali e per di più dando del lei.
Così, ho dovuto prima scrivere la brutta e poi copiarla in bella copia, su carta intestata Pineider.
Ci ho messo mezz’ora. Mezz’ora per 10 /15 frasi.
Tempi di un tempo che fu.

Sì sì lo so che nel 2012 non si può ancora avere la carta intestata. Io ce l’ho che vi devo dire?
Ed è anche bella. Il taglio dei fogli, non  è di quelli netti, a macchina, ma leggermente “sfilacciati”, effetto “cose di casa”. Regalo di compleanno di una vita fa. E ti dovessi dire, me lo farei regalare ancora.

In ogni caso, ho una corrispondenza formale con una signora di una certa età che mi racconta e a cui racconto in frasi brevi la mia quotidianità.
Lei è molto più brava di me. Ha uno stile asciutto, ma allo stesso tempo riesce a perdersi in dettagli assolutamente inutili.
La mia corrispondente si chiama Renata.

Scialla

…e mi sono sentita morire…mentre le immagini scorrevano e improvvisamente ho dovuto fare i conti con la vita.
La mia. Sono passati 15 anni…un eternità…e oggi la giornata è fatta di un lavoro noioso ma ben pagato, di bollette , di pochi amici di solitidine, di un uomo da sostenere e sorreggere.

Oggi è tutto complicato e niente va secondo i piani.

I piani si sono frantumati anni fa…e oggi, oggi non lo so se ho preso le direzioni giuste ai bivi.
Boh ci sono momenti che…che vorrei tornare indietro e fare le scelte opposte, e vedere cosa succede.
“torna prima dall’erasmus ti prego mi manchi…NO”
“trova un lavoro a NY …Sì”

E allora? dove sarei ora? e con chi? e mi sentirei cmq così vecchia e avrei lo stesso la sensazione di aver perso tante occasioni?
Non lo so.
Scialla.

Sì che ti voglio bene.

Ai miei problemi ci penso domani.

Struggle for Plesure

In poche parole, la collonna dello spot MERIT CUP.
Che è ricomparsa nella mia vita a luglio, facendo una compilation per andare in clinica.
Una compilation mai usata visto l’evolversi dei fatti.
E così ora mi ritrovo con una melodia dell’infanza che vomita ricordi.
In una giornata un pò così.
Una giornata dove alla fine mio figlio è stato affidato a me.

E io ne sono responsabile.

Una giornata in cui ho un figlio nella mia stanza di 18enne, con le foto di più di 10 anni fa.

Una stanzetta diventata studio e guardaroba, dove il passato si mischia al presente e al futuro.
Le foto di una vita fa, le foto del liceo dell’università, le foto di una storia finita.
I quadretti di bambina, i peluche, una collezione di CD e una di casette bianche greche.
Il letto a una piazza e mezzo, quello della via di mezzo, il letto che non è più singolo, ma non è neanche matrimoniale.
E’ comodo.
E’ e resterà sempre il letto più comodo della tua vita.
Grande come mai lo sarà un letto matrimoniale da dividere in due.
Libero e senza responsabilità.
Il letto dei 20 anni dove volendo ci si sta anche in due perchè a 20 stare scomodi non sai che vuol dire.

E adesso incastrato in un angolo il lettino di mio figlio.
Il futuro nella stanza del passato.
Una tre giorni così, con sentimenti contrastanti.
Una giornata così, con un compleanno di un’amica passato in sordina, perchè ormai i compleanni non sono più una scusa per festeggiare, i compleanni sono la scusa per partire,
per evadere.

Struggle of Pleasure, in loop, e le parole escono dalle dita.
E lui dorme dietro di me mentre il mio passato mi guarda da destra.

E domani?
Domani non lo so. Ma lui intanto dorme.
E per la prima volta nella vita ho una certezza.
Tra facce che mi guardano alla mia destra, facce sparite, facce intraviste a qualche evento, facce entrate e uscite dalla mia vita così, in 30 anni, senza un perchè.
C’è qualcosa che davvero è per sempre.

In una stanzetta che è diventata studio e guardaroba, campeggia il mio letto della libertà, le foto della spensieratezza e mio figlio, nel lettino.
A pancia sotto.

Però ora che ci penso…il pigiama che ha addosso…è il regalo di una delle facce alla mia destra:)

Fine estate

Perchè inutile negarlo che il rientro in città, segna la fine dell’estate.
La mia di estate non c’è stata proprio.
L’ho subita ques’anno, senza un bel bagno al mare, senza un pò di refrigerio, senza delle vere vacanze.
E’ oggi il mio primo di tre giorni di vacanza.
Oggi che in campagna non c’è più nessuno, oggi che torna anche lui.
Così, che dire, la fine dell’estate per me coincide con i miei unici giorni di vacanza.
Oggi che il tempo è nuvolo e che ho le scarpe chiuse, oggi che guiderò per 3 ore (andata e ritorno) per andarlo a prendere.
Oggi.
Io che l’estate sono sempre partita per posti lontani, io che sono sempre stata invidiata per le vacanza esotiche.
Io. con 3 giorni di vacanza, nessuna foto ricordo e un sacco di sonno arretrato.
E allora mentre sbuffo e grido vendetta sul nano malefico…in una veste da CINICMUMMY stamattina ho ballato con lui mentre piangeva per la fame.
E questi tre giorni da soli…un pò abbiamo fatto amicizia. Io e il nano malefico.
Il nano che piange.
E nel frattempo faccio progetti di vita per quanto la vita tornerà a scorrere nelle mie giornate, che ora scorrono sempre lente, sempre in una bolla.
Fine e state e i miei 3 giorni di vacanza iniziano ora.
Con 3 ore di macchina da fare, da sola, senza nano.
Piccole gioie della vita da neomamma.

PS oggi ho anche lavorato un pò. Giusto per non perdere il contatto con la realtà.

Tre vite fa

Ancora qui… sospesa… in attesa che la notizia arrivi.
E in un caldo atroce con occhi pesanti e stanchi e gonfi di lacrime penso che tre vite fa non era così.
Tre vite fa era tutto uno spasso, era mangio quando ho fame , dormo quando ho sonno, ballo quando ho voglia mi lavo quando mi va.
Tre vite fa era il sole la spiaggia il mare.
tre vite fa erano tanti tatuaggi, tante risate.
Tre vite fa ero senza una lira…in effetti.
Proprio come potrei essere a breve.
E in effetti, me la sono cavata lo stesso, era uno spasso in ogni cosa.
Tre vite fa avevo 20 anni, ero mooolto più grassa di ora (il che la dice lunga essendo ormai quasi mamma) il colore dei miei capelli era…orribile. per non parlare del taglio.
Tre vite fa ero innamorata!
Ma non così tanto come ora.
Così ripensandoci, in effetti, qui su un letto singolo in attesa che si sappia che ne sarà di me, di noi (oddio che orribile citazione) penso che tre vite fa era un pò come ora.
Ma meno intenso, meno consapevole, meno vero.
E mi scappa di nuovo pipì…

Tre lavori fa

Pubblicità come quando ma soprattutto perché.
Di fatto non lo so.
Io proprio non lo so come sono finita a lavorarci.
So che la mia maturità è andata maluccio e che con un misero 76/100 inutile provare a entrare a veterinaria.
Così son finita a fare quello che facevano tutte le mie amiche “scienze della comunicazione”…
che dire 4 anni e mezzo di meritatissimo cazzeggio con tanto di erasmus = cazzeggio alla seconda conclusi con lode.
Poco ci voleva direte voi…eh ma mica semplice con tutte quelle vacanze eh!
Cmq, laureata mi sono messa a mandare CV in generale, in giro a aziende, imprese pubbliche, amministrazioni e sì agenzie di pubblicità.
Manco a farlo apposta 2 settimane e un angelo biondo in tacchi prada mi ha preso come assistente.
E così con 2 settimane di ricerca è iniziata la mia vita lavorativa.

Tre lavori fa… perchè se ogni tanto non cambi lavoro…c’è da crepare.

Agenzia numero 1: gran divertimento, grande agenzia, poche responsabilità buon guadagno. Trovato? l’amica per la vita:)

Agenzia numero 2: tanto lavoro!!!!!! tanto guadagno!!! troppe responsabilità. Trovato?
l’uomo per la vita ( si spera)

Agenzia numero 3: tutto nuovo, nuovo lavoro poco guadagno poche responsabilità taaaaaaanto taaaaaanto divertimento!
Trovato? un nuovo modo di vedere il mondo. nuovi amici, nuovi stimoli, nuove dimesioni.
Ritrovato? la vecchia me…quella prima dell’ agenzia numero 1;)

Così mi rendo conto che tre lavori fa…
tre lavori fa ero come sono ora ma…non sapevo di essere così…sapevo molto meno cosa mi piaceva e cosa no. Avevo 8 anni in meno azz.
Tre lavori fa avevo preso la strada giusta e la strada sbagliata allo stesso tempo.
Tre lavori fa avevo amici che non ho visto più, e amici che vedo ancora di più ora.
Tre lavori fa avevo i capelli biondi, come ora.
Tre lavori fa avevo un pessimo guardaroba …come ora.
Tre lavori fa ero felice come ora.
Come quando sai che è tutto nuovo ma non può che essere stupendo.
Come quando sai che è tutto difficile ma che puoi farcela.
Come quando sai che se bluffi un pò aiuta.

E mentre sono qui in attesa di sapere se sarò al verde…
Mentre sono qui nella mia casa più grande del necessario con la mia pancia più grande del necessario e un caldo atroce… più caldo del necessario penso che tre lavori fa era proprio diverso.

Penso che non avessi idea di come alcune azioni alcuni eventi potessero cambiare le cose.
Oggi sono più consapevole di ogni giorno che passa.
Il tempo è volato via da tre lavori fa e dove sono ora è proprio dove non pensavo sarei stata mai.
Ed è questo che mi piace. Così in attesa di sapere se sarò al verde mi piace pensare che sarò dinuovo in un posto inaspettato.
Con mio figlio che magari andrà a scuola in un’altra città o in un altro paese perchè no.
E no non è incoscienza è la consapevolezza della vita che è e che è stata.

E no non è tanto me la cavo…è la volontà ferrea di vivere.
Vivere non sopravvivere.

Come tre lavori fa.