Guelfo, più di mese di ritardo, ma avevo bisogno di una giornata tranquilla per scriverti la mia lettera di auguri e di giornate tranquille non ce ne sono molte. 8 anni, ed è stato un super compleanno, un mese fa. Eri felice. Lo so perché hai questo modo di ringraziare (raramente) che è totalizzante.
Nei tuoi grazie fatti di abbracci fortissimi, e di sorrisi immensi, c’è un senso di assolutezza che non saprei neanche come spiegare. Sarai un uomo dai grandi eccessi, credo, come estreme sono le tue reazione al mondo.
A settembre hai deciso che in terza, saresti andato bene a scuola al contrario del disastro dell’anno precedente. Lo hai deciso per ottenere un gioco entro dicembre. Lo hai deciso, e lo hai fatto. Così da ultimo della classe improvvisamente dal giorno 1 hai smesso di perderti le cose, hai smesso di non fare i compiti hai smesso di non partecipare. Hai deciso che volevi qualcosa e senza grandi drammmi lo hai ottenuto. Così, senza sforzo. Avrei voluto strozzarti.
In questo perenne alternarsi di giorno e notte, nei tuoi umori, nelle tue passioni, è passato un anno in più ed è stato bello. Perché al di là del momento storico, è un buon momento per noi due. In un equilibrio stabile, fatto di assurde conversazioni da adulti tra una mamma di 40 e un figlio di 8. Lo so che durerà poco e che tra pochi mesi tutto sarà sottosopra ed è per questo che mi piace adesso. Mi segno di nascosto sul telefono le frasi assurde che dici. E’ un momento storico molto complicato, non so cosa ti ricorderai di questo, spero poco e spero che la paura, la paralisi a cui il mondo si sta arrendendo non siano un sentimento che tu possa percepire.
Perché al di là del virus, delle regole, dei limiti che questa assurda, assurda pandemia ci sta imponendo, il dolore più grande, per tutti, credo sia ormai l’assenza di emozioni. E’ uno strano circolo vizioso a cui sono sottoposti forse – spero- solo i grandi. Siamo passati da momenti di dolore, e panico, a una stasi, un’anestesia del non vivere in attesa che tutto passi.
Sono due anni che ci illudiamo di vivere invece mi rendo conto, tu mi fai rendere conto, che galleggiamo, rimbecilliti dai numeri, dalle teorie, dalla falsa promessa di un futuro miracolosamente normale. E nel frattempo aspettiamo, che tutto passi, cercando di non provare paura – tecnicamente di non provare emozioni.
Ed eccoti qui, con i tuoi eccessi, che mi ricordi costantemente che la vita non può e non deve essere una linea piatta su cui tracciare la propira esistenza. Così mi arrabbio, tantissimo, e rido, tantissimo e la tua faccia mi ricorda che no, non possiamo e non dobbiamo aspettare oltre.
Seguono i miei auguri amore. Che sia un anno di montagne russe, che la scuola vada benissimo, e poi malissimo, e poi di nuovo benissimo. Che tu possa meravigliarti e urlare e dire le parolecce e venir rimproverato e piangere e poi ridere di nuovo. Che tu faccia scoperte incredibili, fuori dallo schermo e fuori di casa. Che la vita ti sorprenda – come è giusto che sia. Io dal canto mio sarò sempre “eccessivamente” lì accanto.
Buon compleanno.