
Guelfo Amore,
sono in ritardo di un mese e mezzo quasi, scusami, che scusami ormai è la parola che ti dico più spesso. Una mamma che si dimentica, una mamma in ritardo, drammaticamente imperfetta, in questa vita che ti sembra così difficile e che invece rendi a me così leggera con la tua risata.
E’ successo di nuovo, come per tuo fratello, la tua mano non è più piccola dentro la mia, è media. E pur essendo tu un 50enne nel corpo di un bambino, adesso inizi ad averne anche le fattezze, di un adulto.
Pensavo stupidamente che non saresti mai cresciuto, che questo contrasto tra quello che dici e quello che sei, sarebbe rimasto per sempre. Invece ora in alcuni momenti vedo l’uomo che sarai, lo vedo più in te che in tuo fratello, e mi rimprovero a pensarti adulto. Adulto e tremendo, adulto e arrabbiato con tua madre che da adulto ti ha trattato dal primo momento che sei venuto al mondo.
Non mi piacciono i neonati, non mi piacciono i bambini piccoli, non mi piacevi neanche tu. Adesso sì. Adesso che parliamo, che discutiamo che ti rimprovero nella stesso modo in cui a volte rimprovero tuo padre, incurante dei rimproveri di chi mi dice che dovrei rimproverarti con parole da bambino.
Mi piace parlare con te, mi piace quando per qualche sprazzo di secondo non fai l’offeso e mi parli, e mi racconti dei tuoi difetti, dei difetti del mondo, della guerra con le femmine, del maestro che è “inopportuno”.
Sono stata tanto distratta quest’anno, e niente è andato come avrei voluto, ma tu sei rimasto lì a riempire le mie giornate a ricordarmi pedantemente che sono una madre, una donna, e hai anche precisato che però non sono Giorgia (CIT).
Hai imparato a nuotare, ad andare in bicicletta (grazie papà per la pazienza) a mangiare qualcosa di diverso. Abbiamo preso qualche aereo, ti sei vestito elegante, mi hai fatto arrabbiare , tanto, tutti i giorni, nella nostra eterna lotta che spero amore mio non finisca mai.
Una personalità oppositiva mi insegnano quelli a cui piace incasellare le persone.Una personalità che ha bisogno di essere capita, aiutata, così mi hanno detto.
Invece io ho pensato che insieme possiamo sbagliare da soli, senza l’aiuto di nessuno, possiamo creare delle crepe, e poi aggiustarle, e inscenare questa guerra perenne che a volte mi sfianca e lo so sfianca anche te. E’ una lotta a chi ama di più, a chi cede per primo, a chi fa un passo indietro per l’altro in una eterna guerra che è il nostro rapporto.
Mi rinfaccerai quasi tutto quello che sto facendo, e io mi pentirò di molte cose, ma la fatica vale quei 10 minuti la mattina quando vieni a letto e insceniamo il nostro buongiorno :
Ti voglio bene
Io di più
Io di più del tuo di più
Io di più del tuo di più del tuo di più
Io all’infinito, concludi .
E vinci tu, perchè come mi spieghi spesso, non c’è niente di più grande dell’infinito.
Da qualche tempo mi lasci dire la cosa dell’infinito per prima , ma concludi comunque sempre tu con : “ti ho lasciato vincere”.
Si lasciami vincere qualche volta, e io prometto di non arrendermi mai nella nostra lotta, di cercare ogni giorno quel contatto profondo che mi concedi solo dopo che ti ho dimostrato ognivolta che sono disposta a sopportarti e ad arrabbairmi, e poi alla fine ad abbracciarti. Di un abbraccio che sa di pace e di amore e di biscotti al cioccolato.
Io prometto per l’anno a venire di proteggerti dagli idioti che ti vogliono uguale agli altri, da chi pensa di cambiarti, di renderti mansueto. Non posso promettere di essere puntuale, di prepararti l’astuccio tutte le sere, di metterti il grembiule pulito e di pettinarti i capelli. E non posso prometterti di “fare come gli altri”.
Così quando mi dici che vuoi cambiare famiglia, un pò ti capisco, anche io avrei voluto farlo da piccola, spesso anche da adulta. Però ti prometto che sarà un altro bellissimo anno di cose nuove e di viaggi e di amici e di risate e di coccole (mattine e sera) e di baci. E di lividi sulle ginocchia. A far la mamma non sono molto capace ma ad amarti , ad amarti non c’è nessuno che possa farlo meglio di me.
Sono sotto 4 coperte di lana e con 2 golf addosso, fa un freddo che neanche te lo immagini e tu sei Roma con l’influenza, e da qui nel silenzio e con 1 mese e mezzo di ritardo, Buon compleanno amore mio. Ci vediamo domani
Mamma
Photocredit – DIANA