Reportage emotivo di un viaggio in Asia
Si chiama memoria selettiva, l’ho imparato da adulta, dopo i 35 anni. E ho scoperto che è un regalo che la mente fa ad alcune persone.
Alle persone leggere, che leggerezza non è superficialità (cit); a quelle persone che hanno la capacità di galleggiare sugli eventi , sulle cose, e pretendono di ignorare la profondità dell’essere umano.
Quelle persone che riescono a vedere il dolore che fluisce davanti ai loro occhi e poi dimenticarlo. Lo mandano giù.
Memoria selettiva, così mi ha detto lo psicologo da cui sono andata per quasi 25 minuti qualche anno fa. Cancellare le cicatrici. Tra l’altro ha aggiunto che avevo scelto un uomo più grande di me per supplire la mancanza di una figura paterna.
La fiera dell’ovvietà… avevo il cappotto e la borsa in mano mentre finiva di pronunciare la frase… ma la faccenda della memoria selettiva, quella mi era piaciuta di più.

Non ci sono più tornata dal coglione mago dell’ovvietà , sono del parere che le cose che vengono tumulate in fondo, per alcune persone è meglio restino lì sul fondo.
La maturità emotiva non è da tutti, io ancora oggi non sono neanche arrivata alla sufficienza, amo fisicamente come fanno i bambini, con i baci e le rincorse, e il solletico e il cibo, e i regali , e le canzoni e la musica e ballando.
Non la so fare quella cose dell’amore maturo, delle parole, dell’analisi, del guardarsi dentro.

Io dimentico. Dimentico le brutte giornate, dimentico la fatica, cancello, come un colpo di spugna. Cancello anche le persone a volte, quelle che non fanno più scopa con la mia mente basica, con la mia vita di oggi. Mi è successo 3 giorni fa. Una frase di troppo, crudele, terribile, buttata lì come fossero caramelle da mangiare, e il cervello ha fatto CLIC. Chiuso.
Molto infantile, mi direbbe la mia coscienza, se non l’avessi messa tacere prima ancora che iniziasse a parlare. Molto semplice , e molto crudele, nessuna opzione di appello per la controparte che, badate bene, ancora non sa di essere stata cancellata. Lo scoprirà piano piano, e alla fine darà la colpa a me. Ma la mia memoria selettiva per quel momento avrà già fatto il suo dovere e quella faccia sarà un vago ricordo. STA STRONZA*.
Ai miei figli dal giorno dello psicologo coglione, dò il permesso di fare drammi che francamente vengono presi molto sul serio , sempre.

Ogni loro dolore, viene accompagnato da grandi abbracci e baci, gli viene permesso di piangere e di essere tristi. E’ una cosa che avrei voluto anche per me.
Ma c’era sempre qualcuno che era più triste di me, più sfortunato di me, più in diritto di piangere. Io avevo tutto tecnicamente. E quindi nessuna opzione per lacrime o drammi. Ce ne erano altri in casa su cui concentrarsi, e continuando a crescere altri problemi, altre guerre, altre priorità, altre povere persone sfortunate da compiangere, io bionda bambina/ragazza/donna non avevo accesso all’opzione.
Negli ultimi anni la memoria selettiva ha iniziato a far cilecca, anche perchè grazie a una buona dose di CLIC tra i 25 e i 30 anni, il grosso era già stato eliminato, con qualche rigurgito di tanto in tanto ma poca roba, ed è rimasta solo qualche delusione quà e là.

Col tempo ho anche scoperto dove vanno a finire i ricordi dimenticati, e anche a starne a larga con tecniche di respirazione e movimenti ben precisi. Sono diventata abile a stare esattamente dove voglio. A volte presa dal quotidiano tram tram mi dimentico qual è il mio posto nel mondo.

Ed è in ogni luogo del mondo dove riesco a stare con le spalle dritte, e senza piangere, ma con gli occhi curiosi di chi sà che è tutto questo movimento che riempie il cuore di immagini e momenti non cancellabili, di quelli a cui la memoria selettiva non si avvicina neanche.
E pensare che da piccola, volevo solo essere infelice.

* a voi la scelta se la stronza è la memoria selettiva, o la stronza che ho cancellato.