Gennaio è il mese dei buoni propositi, è il mese delle partenze, a me invece viene una gran nostalgia:
per l’anno passato,
per i tempi che furono
per il tempo sprecato
per il cibo ingerito
per le notti mancate
per il sesso non fatto
per i figli troppo accuditi
per i concerti mancati
e per i viaggi rimandati
La nostalgia è un sentimento che mi è congeniale. Mi piace farmi trasportare da un flusso di pensieri dove i SE ed i FORSE la fanno da padrone.
Le opzioni, i bivi, le decisioni, i cambi improvvisi di rotta sono il sale di questa breve esistenza. Me ne accorgo ogni giorno di più come questo tempo sia breve, brevissimo, come mi stia sfuggendo dalle mani. Quando la routine si fa più intensa, inizio a scalpitrare a fare programmi di grandi avventure, di viaggi lontani, di cambi di vita.
La fantasia mi porta a una festa da organizzare, a persone da conoscere, a nuovi lavori senza senso da intraprendere. L’irrequietezza, quell’agitazione che dicono con il passare degli anni si attenui, io invece ce l’ho sempre lì. Nello stomaco. Certo con il tempo ho imparato a gestirla, mi agrappo a Lui con tutte le forze e compro una guida Lonley Planet per la prossima breve vacanza programmata. In pratica sono un luogo comune vivente.
Se avessi 20 anni oggi, 30 gennaio 2018, sarei già partita per un posto a caso. E se ci penso è quello che ho fatto più volte, quando potevo. A me non è la resposabilità che mi angoscia, è la perdita di tempo. E’ il tempo che mi rubano a lavoro, il tempo che mi rubano i figli, che fosse per me ne passerei con loro la metà della metà. Ma mica perchè li amo di meno, è solo che che l’unico tempo che è ben speso è quello dove mi muovo, con Lui.
Ecco forse è questo stare fermi che mi prende allo stomaco. Mi prendeva già da bambina. La morsa. E la sento più forte a gennaio. Adesso, da adulta, invece dei buoni propositi, faccio la lista dei cattivi propositi; che sono molto più divertenti e mi danno molta più pace.
Più Lui, meno figli
Più alcol la sera, così la mattina mi sento morire e vorrei solo dormire, ma devo alzami e devo andare in ufficio (e è bello anche questo)
Far tardi, mangiare cose fritte e burrose e ridere.
Più soldi spesi per niente.
Più vestiti improbabili
Più trucco
Più scarpe con i tacchi alti
Più uscite in pigiama per accompagnare i bambini a scuola – sì lo faccio e non me ne vergogno
Più musica, ad alto volume, molto più alto
Più balli
Più km in macchina
Più vita disordinata
Più vita disorganizzata
Più assenze in ufficio
Più amiche
Più cose fuoriluogo
Più vita