Il temp(i)o del Silenzio.
Lo impari col tempo il valore del non detto, che quasi sempre è meglio tacere invece che parlare. Lo impari a rilento e con molta fatica e in tanto per strada quello che scorre è la vita.
Si profilano tempi bui all’orizzonte, il mondo non è che se la passi proprio un granché.
Il silenzio è una cosa che andrebbe coltivata, una materia a scuola, un obbligo a casa. Non c’è niente di male, penso, a non aver niente da dire, o ancora meglio a tenersi per sé le proprie opinioni; a coltivarle, ad approfondirle.
“Torna quando ti sarai FATTO un’opinione” mi dicevano. Il che presupponeva che tu dovessi approfondire/studiare prima di aprire bocca. “Non parlare a vanvera” insieme a “smettila di aprire bocca e dargli fiato” andavo spesso in parallelo. Mi chiedo allora perché abbiamo smesso di farlo. Tacere.
Tacere , invece di esprimere un giudizio su qualcosa o spesso qualcuno che , non ci riguarda. Tacere quando vorremmo sfogare le nostre frustrazioni sul primo malcapitato.
Tacere quando parliamo di massimi sistemi di cui, diciamoci la verità, non conosciamo nient’altro che i titoli senza senso letti distrattamente sui social.Tacere quando i figli ci chiedono qualcosa che non sappiamo, tacere quando qualcuno se ne sta lì seduto davanti a noi senza dir niente.
Il silenzio, in fondo, mi pare sia un bel posto dove stare.