Cronache da un matrimonio

Non c’è un giorno esatto in cui puoi dire che sia nata la vostra amicizia, non c’è perché non è stata una scelta quella di crescere insieme. Insieme stavano i nostri genitori insieme siamo state noi, in vacanza, non in vacanza, in città al mare in montagna a scuola. In barca sotto al sole, in montagna al freddo e al gelo.

Io c’ero quando litigava con la mamma, lei c’era quando io non potevo litigare con la mia. Io c’ero quando si è sfracassata una caviglia sugli sci, da ferma, ridendo. Io c’ero quando era natale, lei c’era quando era pasqua. Eravamo insieme a Londra la prima volta, eravamo insieme i week end quando partivo con i miei genitori e passavo a prenderla il venerdì pomeriggio e la riportavamo la domenica sera.

Lei era lì e io ero lì che lo volessimo o meno. Come le sorelle che non puoi mica sceglierle. Lì.

Poi le strada si fa tortuosa e a volte si separa a volte si incontra, magari nelle occasioni più formali, ma sei sempre lì, come se il tempo non fosse mai passato. Come se ti fossi vista il giorno prima. E tutto scorre, ogni tanto agli incroci ti incontri, ridi, passi un week end in barca insieme, una festa di compleanno, una settimana in montagna, e poi più niente. Silenzio e i mesi passano.

Avanti per la propria vita, per la propria strada, e di nuovo un incrocio, e di nuovo non c’è niente da spiegare o da raccontare, o da recuperare. Il tempo è a nostro favore, il tempo quando ti vedi non è passato.

Un altro natale, un altro compleanno, un battesimo, una festa, una breve vacanza e poi all’improvviso tutto si materializza davanti.

Un MATRIMONIO. Uno di quelli dove stai in chiesa dall’inizio alla fine, uno di quelli dove arrivi presto e te ne vai tardi. Uno dei pochi dove davvero davvero sei felice per gli sposi.

Il tempo pochi giorni fa mi ha consegnato una busta, dentro c’erano tutti questi anni, tutti i figli, tutti i ricordi, c’erano le delusioni, e anche le arrabbiature, c’erano le incomprensioni e le prese di posizione. Il tempo mi ha consegnato una busta di ricordi, mi ha dato uno schiaffo e mi ha detto “e mo’ vedi se non ti svegli e capisci che sto correndo” – nella mia mente il tempo parla barese… non so perchè.

 

 

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