10 mesi fa, dopo un lungo periodo di lavoro solitario qualcuno dal profondo Nord aveva spedito una Napoletana a cui di Napoletano è rimasto solo l’accento a occupare la scrivania davanti a me. La faccenda, pur essendo io tendenzialmente allergica ai rapporti umani, mi aveva sensibilmente rallegrato la routine lavorativa.
Il fatto di avere qualcuno con cui comunicare una volta alzati gli occhi dal computer non era male. E francamente mi ero serenamente abituata a questa presenza. Non ho il dono dell’empatia. Mentre l’empatia è senza ombra di dubbio la qualità principale della Napoletana. Chiunque abbia bisogno di Parlare, parla con Lei che, sono sicura mentre ti sta chiedendo come stai ti spruzza il siero della verità e tu così, sei costretto a vuotare il sacco e a spifferare la rava e la fava.
Insomma il mago delle confidenze, da 10 mesi sta davanti a me. Devo dire che quando è arrivata era conciata parecchio male. Colpita da quella malattia tutta Milanese che si chiama #fintanevrosimodaiola.
E’ sì perché a Milano se non sei isterico, se non corri come un pazzo (e corrono senza motivo ve lo assicuro e non perché sono in ritardo) non sei nessuno. E sono talmente agitati e nervosi che passano metà della giornata lavorativa a dichiarare e dimostrare le loro nevrosi, invece che lavorare. A correre per i corridoi, per far vedere che corrono e che sono nervosissimi, ma fidatevi non stanno correndo da nessuna parte, non stanno producendo assolutamente niente. Stanno pensando a come dimostrare che sono indaffaratissimi.
Per esempio fissando colazioni in ufficio alle 8 di mattina, così a screzio; e la fissano a 3 mesi di distanza, per dimostrare che la loro agenda per i prossimi 2 mesi è pienissima e l’unico buco che hanno trovato, tra due mesi, è alle 8 di mattina per fare colazione insieme.
Pazzesco quanto siano indaffarati a Milano.
Invece l’amministratore delegato di uno dei colossi Italiani ti riceve 5 giorni dopo la tua richiesta, a pranzo perché “scusami ma sono un pochino incasinato”. Ah ma dimenticavo, lui lavora Roma.
Ma mi sto dilungando… dicevo insomma della Napoletana, quando è arrivata era davvero davvero indaffaratissima, poi i mesi, la luce, il sole, la gente equilibrata che vive la propria vita e lavora per vivere la vita fuori, e non il contrario,le hanno restituito un normale bioritmo. Un sereno approccio al lavoro e cosa più importante di tutte un’abbronzatura da urlo.
Insomma a quanto pare, dopo 10 mesi qualcuno da là su l’ha richiamata all’ordine. Troppo rilassata, troppo equilibrata. La Napoletana torna a Milano, non ha resistito a tutta questa normalità, e quello che penso io ancora di più, non ha resistito al richiamo delle luci sfavillanti della Milano da Bere (che non esiste più) e sopra a tutto alle potenziali vittime del suo siero della verità – perchè a Roma che segreti vorrai mai trovare che siamo tutti sereni.
Ma fatto sta che tra pochi giorni io piomberò nuovamente in uno stato di assoluta solitudine lavorativa, senza alcun interlocutore il che pone 2 questioni fondamentali:
1 posso tornare tranquillamente al mio stadio primario di abbrutimento sociale a cui sono stata forzatamente costretta a rinunciare
2 posso ricominciare a vestirmi in modo totalmente improbabile perché non dovrò subire il confronto quotidiano con una Napoletana di Origine e Milanese di costumi (vestiario sempre impeccabile).
Detto questo non essendo a me concessa la possibilità di commuovermi, o dispiacermi ho pensato che in fondo 10 mesi di social sono sufficienti, e adesso che la Napoletana ha anche smesso di fumare, può tranquillamente tornare Milano.
Ah no dimenticavo, siccome non posso commuovermi mi è concesso invece di arrabbiarmi e di vendicarmi così: ecco qui lo scintillio, sicura sicura sicura?
Good Luck Lucy.