Ci sono giorni in cui Cocca riesce a chiamare fino a 10 volte.
A sua discolpa c’è da dire che io non rispondo. E lei riprova con una tenacia che se ne infischia di qualsiasi senso di educazione post-moderna (se qualcuno non risponde al cellulare, primo a poi vede la chiamata e quando può ti richiama). No, questa regola per Cocca non è valida. Lei chiama, a intervalli regolari. Finché non rispondi, o la anticipi con una telefonata tu.
La conversazione telefonica che poi segue non ha niente a che fare con una comune telefonata. Prima di tutto il soggetto delle frasi è sempre omesso.
Sta a te capire di chi o di cosa stia parlando, e la frase “non ho capito” non è ammessa, perché nella frazione di tempo che tu ci metti a pronunciarla Lei è già passata alla comunicazione successiva. Il fatto è che per Lei il “format telegramma” non si è mai evoluto.
Forse in termini di tempo speso, ma tutto resta una serie infinita di comunicazioni intervallata solo dalla preoccupazione che tu stia bene, e non sia stanca.
Dicevo, il soggetto delle frasi questo sconosciuto, ed è per questo, e non solo, che non rispondo durante la giornata alle sue chiamate. Perché ho bisogno di un’enorme stanza silenziosa e di cuffie adatte per poterla interpretare.
Un pò come i rebus della settimana enigmistica (che non sono mai riuscita a risolvere) la telefonata prevede rari e confusi indizi, dati tra l’altro in ordine casuale, e quindi tu ti ritrovi il più delle volte ad annuire senza sapere perché.
Altra difficoltà è data dalla totale mancanza di priorità delle informazioni, una fondamentale visita medica è buttata in mezzo alla lista delle comunicazioni, tra la richiesta di taglia di uno dei nani, la litigata con il portiere o la mail mandata alla giunta.
Così frasi come: “sai il bambino è davvero intelligente, lo sai cosa ha detto al tè dell 5 davanti a Otto Carla Sussi e Biribissi?”
E io già so chi è il bambino, anche se stavamo parlando della mostra che dovrebbe essere fatta su mio nonno.
Ma lei è andata già avanti, e il soggetto in una frase è una cosa del tutto irrisoria.
Il bambino è il figlio della cugina d’oltralpe, (che ho visto 7 volte in vita mia) e che da anni è il cruccio un pò di tutta la famiglia. Non tanto per aneddoti divertenti, ne per simpatiche problematiche legate a droga sesso e rock and roll. No. La cugina d’oltralpe pare sia un genio, in tutto. Qualsiasi cosa faccia da quando è venuta al mondo è assolutamente eccezionale. Che sia un uovo al tegamino, la realizzazione di un disegno, la laurea. Insomma il confronto, con questa ormai entità leggendaria che tutto può e tutto fa, è diventata un amaro capitolo della mia vita.
Per anni mi è stato detto che la cugina d’oltralpe parla 4 lingue perfettamente. Io anche ma non perfettamente e quindi sono una pippa.
La cugina d’oltralpe invece di andare a ballare la sera andava a vedere le mostre e ha un bagaglio culturale molto più ampio del mio. Io povera piccola provinciale analfabeta.
La cugina d’0ltralpe è andata a fare un viaggio bellissimo in Marocco per vedere le riprese di non so quale film d’autore. Anche io sono andata in Marocco svariati anni prima di Lei, ma solo a farmi le canne, quindi non conta.
La cugina d’oltralpe è sempre circondata da persone incredibili che porta a Roma a corte da Cocca per impressionarla. Io no che è meglio.
Per anni si è parlato del fatto che la cugina d’oltralpe avesse “accalappiato” un uomo già sposato e alla fine sia riuscita anche a farci un figlio. Anche io, prima di lei in realtà, ma in questo caso non mi sembrava il caso di fare a gara.
Insomma qualsiasi cosa fatta dalla cugina d’oltralpe è un milione di volte meglio di quella che io o mia sorella potremmo anche lontanamente immaginare. Lei avvolta in quest’aura mistica di genialità/esoticità senza senso.
E per l’appunto il bambino di cui sopra, per proprietà transitiva, è un genio, parla già e ha solo 2 anni e mezzo, e dice delle cose difficilissime.
Ecco quando Cocca parla di questo io chiudo gli occhi e penso a un preciso momento della mia vita.
Io e LUI ad una riunione di famiglia:
LUI: “Amore chi lei?”
IO : “la Cugina d’oltralpe”
LUI: “Ammazza che Cesso oh!”.
Gioco, Partita, Incontro.
E comunque nano2 non ha compiuto neanche 2 anni e parla benissimo!