Ho la netta impressione che la mia vita sia sempre ironicamente fuori sinc. Non capisco come sia possibile, ma sono abbastanza convinta che non si tratti di una mia sensazione ma della reale percezione delle situazioni. La mia e anche di quella che sta davanti a me.
Un pò come quando ti viene in mente quello che avresti dovuto dire in una tal situazione, ma sempre 2 minuti dopo l’attimo giusto. Il famoso esprit d’escalier.
Così: mi viene mal di gola d’estate non d’inverso, mi vesto da spiaggia in ufficio e vado al mare con in valigia i vestiti da ufficio. Ho sonno di giorno e non dormo di notte. Vado ad un aperitivo e sento che sarei dovuta andare a una cena. Sto con i bambini e vorrei essere con le amiche, vado dalle amiche e mi ritrovo a pensare che forse era meglio stare con i bambini.
Ho passato mesi a desiderare un pò di tempo per me e adesso che ce l’ho, adesso che posso uscire e andare dove voglio e quando voglio, quello che trovo fuori è assolutamente non sense e noioso.
Qualcuno un giorno ha detto che solo le persone noiose si annoiano. Non so d’accordo, giuro che esistono persone davvero davvero davvero noiose. Nel senso che per quanto io cerchi di sforzarmi, hanno quel non so che, che fa sì che già alla terza parola io già abbia smesso di ascoltare.
Ammetto : la capacità di ascolto non è tra i miei punti forti.
Io dopo un pò – un pò poco – mi distraggo.
Sono lì che guardo con una certa empatia l’amica X che si sfoga sulle cattiverie dell’ultimo fidanzato o dramma familiare e al secondo capoverso il mio cervello parte per la tangente, e inizio a pensare ai fatti miei, a quello che devo fare, a quello che vorrei scrivere, spesso ai libri. Oppure cerco di “impaginare” le parole random che escono dalla bocca di parla. Visivamente. Qualcuna in corsivo, qualcuna maiuscola. E la punteggiatura. Sì non è carino.
Ho da dire a mia discolpa che negli anni (soprattutto lavorativi) ho affinato una incredibile capacità di immagazzinare parole chiave del discorso e poter così rispondere con
cazzatefrasi di circostanza ad effetto.
LUI, LUI lo sa che io non ascolto neanche la metà di quello che dice, o almeno, ascolto le parole chiave. Ma è stato chiaro fin dall’inizio così appurato che sarebbe sempre stato così, salvo per discorsi fondamentali tipo “è finita la carta igenica, partiamo in vacanza, ti amo, andiamo a far nascere ‘sto bambino” io semplicemente con 3/4 di cervello mi astraggo e con 1/4 registro i punti focali del discorso, e guardo con intensità il mio interlocutore negli occhi facendogli credere che sono concentratissima. In realtà non me ne importa un fico secco (fatta eccezione per casi gravi) di cosa sta dicendo.
Lo so è una cosa orrenda, ma ho da dire, sempre a mia parziale discolpa, che io parlo poco. Nel senso che è raro che qualcuno ascolti me. Per dirla senza mezzi termini, non attacco quasi mai le pippe a nessuno.
Per questo scrivo Cagate sul blog penserete voi. Sì probabilmente, ma almeno non ho la pretesa che qualcuno mi risponda:)
Tutto questo per dire che anche oggi anche ora, continuo a essere fuori sinc.
Sovrappeso d’estate quando tutti hanno fatto la dieta e sono in forma, magra d’inverso quando non ce n’è bisogno. Mamma drammaticamente imperfetta.
E mentre guardo le perfettissime felicissime vite del mondo sui social, sono serenamente convinta che il mondo sia molto più bello nella mia testa, mentre mi distraggo guardando qualcuno che parla.
Ormai sono affezionata al mio fuori sinc, non potrei fare ameno della netta sensazione di essere sempre fuori luogo, fuori posto, drammaticamente inadatta alle circostanze. E incredibilmente impreparata alla vita.