Ci sono momenti della vita in cui te ne stavi semplicemente camminando in piano e senza capire come e quando, il passo successivo si è trasformato in una caduta verticale verso l’ignoto.
Fraaaammm , e lo stomaco ti sale fino in gola.
I primi metri di caduta sono quelli in cui ti dimeni come se stessi cercando di battere il record mondiale di salto in lungo. Le braccia e le gambe che si movo forsennatamente ed a rallenty, tutto insieme.
Fraaaaammmm , e piano piano la caduta si stabilizza, l’accelerazione rallenta e la velocità si fa costante. E’ la fase in cui ti abitui all’idea che stai per cambiare rotta, che la tua vita sta per cambiare direzione, un pò bruscamente, forse per scuoterti dal torpore, o forse semplicemente perché a volte le cose vanno così, e non puoi controllare tutto.
Sei lì, in caduta libera, ti guardi intorno e vedi un sacco di altra gente che scende, e poi ogni tanto un corpo che schizza verso l’alto. Come le palline di un vecchio videogioco anni 80, dove c’era questa miriade di puntini che saliva e scendeva. In attesa di battere la culata vera ti prepari mentalmente.
Ci sono giorni in cui sembra proprio che il fondo sia lì vicino, e altri invece in cui questa discesa è semplicemente una parte di te.
Poi sotto alle chiappe la terra, e lì in quella frazione di secondo tutto può cambiare, ti accasci di lato massaggiandoti il sedere, oppure, oppure, oppure…
Non ci stai , quindi accovacciato con le ginocchia al petto “botta di culo” spinta uguale e contraria con tutta la forza che hai nei quadricipiti e il viaggio riparte verso l’alto.
E sei una pallina che sale verso l’alto.
Così è nella mia testa la “botta culo”. Avere la prontezza di riflessi di sfruttare la culata che batterai per terra, perché quella inevitabilmente arriva, ma se incassi il dolore, lo metti da parte, e salti su di nuovo, allora va tutto bene.
E più è la forza e la velocità con cui schizzi di nuovo verso l’alto più è una “gran botta di culo”.
Ho due amiche che sono le professioniste della “botta di culo” che ogni volta che le vedo schizzare verso l’alto sono incredula. Ieri dovevo portagli una vaschetta di gelato… mi farò perdonare.