Qualche mese fà, in un momento di autocommiserazione avevo dichiarato guerra al popolo della notte evidenziando che presto, o tardi, avrei avuto una rivincita su chi, alla faccia mia, se la divertiva come un matto mentre io, incinta di nano due, mi facevo due palle tante.
La faccenda sia pubblicamente, che privatamente aveva scatenato l’ira funesta di mamme votate alla causa e donne intente a farmi la reprimenda sulle mie scelte e le conseguenze che da esse dovevo aspettarmi.
Ora il fatto che dallo scorso settembre le cose siano drammaticamente peggiorate e precipitate mi ha fatto riflettere su due cose abbastanza banali:
La prima – esiste un macabro e insensato formalismo che vuole la negazione assoluta dei milioni di lati negativi, ripeto milioni, che deriva dall’essere genitori. Insomma Mariolina vede il lato negativo come una specie di mostro nero da cacciare.
Come se IO dicendo che nano2 è un’inenarrabile rottura di palle disintegrassi automaticamente l’amore che naturalmente si prova per i figli. Ecco nel mio caso seguendo questa logica, io dovrei odiarli entrambe.
Così nel 2014 mentre si spera che la società progredisca, che i diritti di tutti vengano tutelati, e che il mondo diventi migliore, prolifera “a bestia” la categoria madre coraggio (perfetta) che tutto ama dei suoi figli…pure la puzza di merda nel pannolino alle 5 di notte che ti fa venire il conato di vomito.
E lo fa venire a tutti, anche a Mariolina. Anzi secondo me Mariolina vomita pure.
La seconda – l’inalienabile e sacrosanto diritto alla lamentela.
E qui la faccenda si fa seria. Credo che dove ci siano nani/casa/cane/lavoro/macchina/motorino insomma vita in due, debba necessariamente esserci anche il reciproco (LUI e LEI o qualunque sia la formazione base) diritto di lamentarsi.
Il momento lamentela, o il momento attacco di nervi.
Quel momento in cui l’altro sa che tutto quello che esce dalla tua bocca non va neanche considerato, ascoltato, recepito. Ma LUI/LEI è lì che ti guarda è fintamente presente e di base vorrebbe fare quello che stai facendo tu…urlare…
Quel momento in cui l’altro sa che tutto quello che esce dalla tua bocca non va neanche considerato, ascoltato, recepito. Ma LUI/LEI è lì che ti guarda è fintamente presente e di base vorrebbe fare quello che stai facendo tu…urlare…
L’inalienabile e sacrosanto diritto alla lamentela è quel moneto dichiarato o meno (ma lui capisce anche se tu non lo dichiari) dove tu hai diritto di dire e fare qualsiasi cosa, non so… tentare di lanciare, un pesantissimo catalogo con scarsi risultati e due dita trinciate dalla carta lucida…per esempio?
Il moneto lamentela può essere di due livelli.
Livello uno – LEI/LUI inizia, LUI/LEI la segue a ruota, a turno dicono cose cattivissime sul resto del mondo e sui loro stessi figli e le conseguenti rotture di scatole, ogni lamentela scarica i nervi e dopo 5 minuti sorridono entrambe.
Livello due – LEI/LUI inizia, LUI/LEI tenta di inserirsi ma LEI/LUI lo incenerisce con lo sguardo si ferma e dichiara che questo è il SUO solo SUO momento lamentela. L’altro capisce si accuccia e aspetta che tutto passi. Si segna il giorno e l’ora e si ripromette di aspettare almeno 24 ore prima del suo turno.
Gira da un po’ di tempo questo – e la traduzione esatta in italiano per quanto mi riguarda non può che essere: Che lavoro di merda….
PS – in partenza finalmente per nuova meta asiatica…stay tuned