Tra il serio e il faceto – riflessioni da aerosol

Che succede quando tutto sembra volgere per il meglio, quando ti si prospetta un periodo di vacanza dal lavoro, quando i mesi sembrano promettere giornate di nulla e di solo divertimento?
Succede ovviamente che va tutto in vacca (con tutto il rispetto per la categoria).
Succede che il giorno prima che tutto abbia inizio si ammali nano uno, di nuovo.
E che succede se cerchi di correre ai ripari alla bene e meglio ritrovandoti da sola, con amici e parenti in vacanza, con i medici che non ci sono?
Succede che va tutto in vacca e si ammala anche nano 2, e finisci in ospedale, di nuovo.Il risultato è che passi le giornate a contare le gocce di medicine, le ore a cui dare antibiotici, le notti a cullare chi piange, e l’unico momento di svago serio quando il cervello può andarti in pappa e fermasi del tutto tipo encefalogramma piatto è: l’aerosol.

Avevo fatto 2 conti e mi sembrava già una follia passare tutto quel tempo a tenere una cacchio di ampolla, poi qualcuno gentilmente mi ha fatto notare che sono una pippa in matematica e mi sono resa conto che…era meglio se rimanevo nell’ignoranza totale visto che i miei conteggi erano decisamente più ottimisti.

 

Quindi, il punto qual’è? Correre a destra e sinistra cercando di incastrare tutto?
Perdere in una settimana i kg della gravidanza?
Mangiare cibo scadente sotto la luce al neon dell’ospedale?

Il rumore di quella macchinetta dell’aerosol è conciliante, sarà la mancanza di sonno forse?

Quindi il punto qual’è?
Fare la lista delle persone su cui contare e avere le solite conferme e qualcuno in più da depennare?

Oppure:
Giocare a laser game in corridoio di nefrologia con un bambino di 3 anni mai visto prima e vedere che ride, anche se non avrà mai una vita normale.
Ricevere un cappuccino da chi si è svegliato prima di te e ha pensato che anche se fino al giorno prima non sapeva chi fossi, forse lo volevi con un pò di cacao sopra.

Dunque il senso qual’è?
Invidiare chi vive di shopping feste e cene e pensare che abbia una vita leggera (o vuota?).

Il senso per me è: avere qualcuno che passa a farti un saluto e nelle giornate difficili ti faccia sentire felice, e fortunato.
Marito, amica, parente o cugina che sia.

 

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