Succede che ci sono le bollette da pagare, che una finta bionda ti ruba il parcheggio, che in ufficio va tutto storto, che il futuro non ha alcun senso.
Che la sveglia la mattina sia solo una rottura di palle, che vorresti tutto e il contrario di tutto.
E poi qualcosa, o qualcuno, ti riporta con i piedi per terra.
Ti dà uno schiaffo in faccia, un calcio per dirla tutta, e ti ricorda che forse forse è meglio sorridere.
Che tutto andrà bene, e che niente importa se non quelle tre cose che ami e che hai già.
Tutto a posto.
E chissenefrega di chi ti delude, chissenefrega del lavoro.
Le bollette le pago un’altra volta, e se non c’è parcheggio, parcheggio male.
Va bene così, va bene il traffico, va bene il lavoro che non va bene, va bene la luce in cucina che non funziona. Va bene i vestiti che non entrano più.
Nano balla con me in macchina, si sbraccia, e io con lui, e alzo il volume ancora.
Lui beato salta sul sedile posteriore (sì chissenefrega anche del cazzo di seggiolino oggi) e attaccato alle maniglie ride. Oggi niente scuola, caramelle alle 8 di mattina, palloncino sì, gelato sì, pizza sì.
Parcheggio sul marciapiede, sì.
E mi sono fumata anche una sigaretta dopo il caffè, mangiando cioccolata, alle 9.
Tié.
E oggi pomeriggio niente lavoro.
Nessun desiderio in più, nessuna lamentela. Felice così. Stasera si balla.
Buon weekend!
Dedicato a chi oggi ha diritto di piangere.