Qualcuno mi faceva notare come il mio italiano scritto sia poco corretto in termini grammaticali.
In sostanza, mi si accusa di scrivere troppo alla volemosebene, dimenticando le più elementari regole sintattiche e grammaticali; tipo la frase iniziale di un discorso, un tema, un articolo, deve avere un soggetto.
Il mio soggetto è il treno.
E insomma, che male c’è a scappare dal nano e da LUI per 36 ore?
Niente di niente.
Così una serata con amiche a Milano in vista di un impegno di lavoro il giorno successivo, ci sta.
E quindi parto, con il treno, che ormai ci mette solo 3 ore e vado.
Ecco, io e il treno (che è sempre il soggetto del mio temino) non è che ci piacciamo tanto, ma per un motivo molto semplice.
A me il treno mi fa star male.
Mi fa star male se sono seduta nel verso giusto, e mi fa stare malissimo se sono seduta nel verso sbagliato.
Nel senso che passo 3 ore con la nausea costante.
E poi, adesso, con la concorrenza alle calcagna, quegli orribili televisori che lampeggiano e ti annunciano che:
ci sono 8 minuti, no 9 minuti, no 3 minuti, no 6 minuti di ritardo
il treno sta viaggiando a 290, 230, 145, 78, 0, non pervenuti km orari.
c’è la nuova promozione per il mese delle donne,
ci sono 2 viaggi gratis se ne compri 10
hai fame? vai alla carrozza 5
hai sete? vai alla carrozza 5
e se hai fame e sete insieme, ti fanno lo sconto. il menù.
E poi a un certo punto, lo schermo, lampeggia, lampeggia come se stesse per esplodere il treno, lampeggia come se si trattasse di un allarme bomba.
Lampeggia e ti dice che stiamo viaggiando a 300 all’ora.
Ed è in quell’esatto istante che sento il conato di vomito che sale e sta per investire il tizio davanti a me.
Resisto.
Anche se il tizio è dalla partenza che sfoglia e risfoglia l’Espresso.
L’Espresso, da 2 ore…. se era Panorama mi stupivo uguale.
E mi rendo conto che sono due ore e mezzo che un pò causa nausea, un pò perché non ce la faccio a vedere quella copertina tutti culi e facce di merda…sono 2 ore e mezza che lo sto imbruttendo.
Povero.
E finalmente scendo.
Amiche, aperitivo, cena, sonno, letto, appuntamento di lavoro, taxi, stazione.
Treno del ritorno.
E di nuovo mi sento male.
Perché questa volta viaggio anche nel senso contrario e accanto a me è seduta la fotocopia di Tognazzi.
E allora mi siedo, io in mezzo a tutti questi uomini in giacca e cravatta, e donne in tailleur e 24 ore.
Io con uno zaino da saccopelista come trolley e giacca militare.
Tognazzi è perplesso, forse, sto imbruttendo anche lui.
Mi concentro sul non vomitare, chiudo gli occhi e riparte la trafila:
Il verso contrario non aiuta, decido di aprire il computer per distrarmi:
e Tognazzi dopo un pò attacca a parlare.
Ha la nausea anche lui.
Menomale va..così vomitiamo insieme.
E…che lavoro fa lei?
La mamma – spero di tagliare corto.
Ah interessante…nel dettaglio di che si occupa?
Analisi delle feci, accompagnamento dei pasti, attività motoria, socializzazione base, shopping al tempo della crisi, intrattenimento multilingue.
Accidenti, impegnativo, ma che orari fa?
h24
Beh sarà ben retribuito immagino.
Pago io circa 8 euro l’ora per farlo
Silenzio.
Poi aggiunge guardando il mio computer: “immagino che invece l’analisi dei dati di traffico del sito e la strategia di posizionamento del prodotto siano il suo passatempo nei ritagli notturni”
Rido.
Sì, è solo per tenere allenata la mente.
Immagino che non la paghino molto per questo
Una miseria.
Il treno mi dà la nausea. Non mi piace.
Neanche quando viaggio con gente simpatica.