Pessimista per natura, rompiscatole per vocazione.
Così un sabato e una domenica d’inferno (passateci voi 24 ore con un nano di 5 mesi che NON SIFERMAUNSECONDO) si sono trasformate in una deprimente/patetica lista delle cose che avrei voluto fare in quel momento.
Posti dove avrei voluto essere.
Rimuginare, che è la mia attività preferita, su occasioni perse e sliding doors.
In quel bellissimo trip mentale che, lo so, ogni persona fa almeno una volta a settimana ma ben si guarda di dire a chi ha accanto.
E se avessi deciso di…
E se non avessi…
Ma se lui/lei..
E Se.
E se una mattina le cose improvvisamente si facessero vedere come sono, senza il filtro degli stati d’animo.
Allora sarebbe tutto più facile.
E poi arriva lunedì, l’ufficio e un invito a cena + uscita, da chi proprio non ti aspetti.
E sei nella lista ridotta (proprio tu) di una cena a cui tutti vorrebbero andare.
E mentre rispondi all’invito felice pensi: era proprio quello che pensavo non sarebbe mai più successo.
Allora le cose non vanno poi così male.
E se, se smettessi di pensare e semplicemente, mi lasciassi vivere.
Impossibile.
Al contrario di quello che si pensa: senza se e senza ma la storia non si fa 😉